Togliatti: “Nella vita di Longo si riflette la storia del Partito”

In occasione del 120° anniversario della nascita di Luigi Longo, pubblichiamo l’articolo che gli dedicò Palmiro Togliatti per il suo 60° compleanno (in “l’Unità”, 16 marzo 1960), sottolineando il legame inscindibile tra la vita di Longo e la storia del Pci

Luigi Longo segretario del Pci

In occasione del 120° anniversario della nascita di Luigi Longo, pubblichiamo l’articolo Luigi Longo segretario del Pci, apparso sul periodico “Calendario del popolo”, 2004, nn. 685-686

Luigi Longo segretario del PCI

di Alexander Höbel

 

1. Luigi Longo è stato certamente una delle figure più importanti del comunismo italiano, e non solo italiano. Al tempo stesso si tratta di una figura ancora non sufficientemente studiata e di cui non si è valutato appieno il ruolo centrale nella storia del PCI. Secondo G. Boffa, Longo è stato “il miglior segretario generale del Partito comunista italiano”[1]. La sua Segreteria, dalla morte di Togliatti (1964) al XII Congresso (1972), costituisce uno dei periodi più interessanti e vivaci della storia del Partito comunista italiano, durante il quale si sono sviluppate alcune linee di tendenza della “via italiana” ma si sono segnati anche forti elementi di discontinuità.

Alla scomparsa di Togliatti, l’elezione di Longo apparve subito un fatto naturale e scontato. Vicesegretario dal V Congresso (1945), per vent’anni era stato il “braccio destro” di Togliatti. Del resto, il passaggio di consegne era stato avviato dal “Migliore” già qualche mese prima. Nel marzo 1964, Togliatti aveva scritto a Longo una lettera in cui chiedeva di essere sollevato dall’incarico di membro della Segreteria, per motivi di salute. A ciò era seguita una discussione nel gruppo dirigente, conclusa con un comunicato interno che affidava a Longo “la responsabilità del lavoro della Segreteria”[2]. Cosicché, quando Togliatti si spegne, la Direzione indica subito il nuovo Segretario[3].

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Genova, 15 maggio: La sinistra italiana e la “primavera di Praga” del 1968

Il Centro Studi sull’Europa Orientale (CeSEO) dell’Università degli Studi di Genova organizza, martedì 15 maggio 2018, presso l’Aula di Storia moderna e contemporanea di via Balbi 6, III piano, una Giornata di studio su:

La sinistra italiana e la “primavera di Praga” del 1968

 

Il programma dei lavori è così articolato:

ore 10.00: Dalla caduta di Novotny al “programma d’azione” del PCC

(Giuseppe Rutto, Università di Torino);

ore 10.30: Il PCI e il “nuovo corso” dubcekiano

         (Alexander Höbel, Università di Napoli “Federico II”);

ore 11.15: Il PSIUP e la “primavera di Praga”

(Aldo Agosti, Università di Torino);

ore 12.00: discussioni;

ore 12.30: pausa pranzo.

 

Ore 15.00: Il PSU e il riformismo comunista cecoslovacco

         (Tommaso Nencioni, Firenze);

ore 15.40: La CGIL, la FSM e il sindacato cecoslovacco

         (Vladimiro Iozzi, Genova);

ore 16.15: Conclusioni

(Aldo Agosti, Università di Torino)

 

Ore 17.00: proiezione del film-documentario La guerra delle onde. Storia di una radio che non c’era (regia di Claudia Cipriani)

 

 

A 52 anni dalla scomparsa di Togliatti: due volumi in uscita

Il 21 agosto 1964 moriva a Jalta Palmiro Togliatti. Pochi giorni dopo, a Roma, i suoi funerali vedranno la presenza di una folla immensa, di quelle masse popolari che il Pci, grazie in particolare alla sua opera, aveva saputo conquistare, organizzare, emancipare. Su questo grande dirigente – intellettuale e politico – numerose sono state le iniziative che hanno preso le mosse dal 70° della scomparsa, nel 2014, proseguendo anche nell’anno successivo. Molto bella fu la mostra della Fondazione Istituto Gramsci presso la Camera dei deputati su “Palmiro Togliatti. Un padre della Costituzione”. Del convegno su Togliatti costituente promosso da Futura Umanità. Associazione per la storia e la memoria del Pci molti materiali sono on-line: http://www.futuraumanita.it/togliatti-e-la-costituzione-i-materiali-del-convegno-dell8-novembre-2013/. In rete si trovano infine anche i video del convegno promosso dalla Scuola di formazione politica Gramsci-Tgliatti, svoltosi a Campoleone nel maggio scorso: http://www.comunisti-italiani.it/2016/06/16/la-via-italiana-al-socialismo-passato-e-futuro-gli-atti-del-convegno/

Di altre due iniziative, il convegno di Roma promosso dall’associazione Il Migliore e dalla Casa delle Culture su “Togliatti e la democrazia italiana”, e quello di Catania su “Palmiro Togliatti e il comunismo del Novecento”, saranno a breve pubblicati gli atti, rispettivamente a cura di Alexander Höbel per gli Editori Riuniti, e di Alexander Höbel e Salvatore Tinè per la Carocci. L’auspicio è che questi materiali forniscano ulteriori strumenti per la conoscenza di un personaggio così rilevante nella storia del Novecento e per la discussione sulla sua opera e la sua eredità.

LENIN 90 ANNI DOPO: POLITICA, FILOSOFIA E RIVOLUZIONE

91 anni dopo la morte di Lenin (e a due anni dal centenario della Rivoluzione d’Ottobre), riaprire il confronto sulla sua eredità politica e teorica appare quanto mai importante per chi abbia ancora l’obiettivo di cambiare il mondo. Non a caso, questa riflessione avanza soprattutto nei paesi del Sud del pianeta, e in America Latina in particolare, ma anche in Europa se ne sente la mancanza e il bisogno. Come gruppo promotore di “Marxismo Oggi” on-line, siamo quindi lieti di promuovere, con la presenza di diversi autori del volume, la presentazione del libro Lenin. Teoria e prática revolucionária, a cura di A. Deo, A.C. Mazzeo e M. Del Roio, che raccoglie gli atti del convegno “Lenin 90 anni dopo: politica, filosofia e rivoluzione”, svoltosi in Brasile nel 2014.

Lenin

L’“intellettuale collettivo”. Da Gramsci al mondo attuale *

di Alexander Höbel

1. La riflessione di Gramsci negli scritti politici

Quello dell’intellettuale collettivo è un tema classico dell’elaborazione gramsciana, e in parte si collega a quella estrema attenzione al terreno della formazione e dell’approfondimento, al lavoro culturale organizzato, tipica della sua impostazione. Per Gramsci, cioè, come già era stato per Gobetti, “la cultura è organizzazione”, e agendo sulla formazione della coscienza di singoli e masse ha ricadute decisive sul piano politico1.

Già nel dicembre 1917, dinanzi alla proposta di una “Associazione di cultura” emersa nella sezione torinese del Partito socialista, Gramsci osservava: “Una delle più gravi lacune dell’attività nostra è questa: noi aspettiamo l’attualità per discutere dei problemi e per fissare le direttive della nostra azione”, il che fa sì che non tutti si impadroniscano “dei termini esatti delle questioni”, cosa che provoca “sbandamenti”, disorientamento, “beghe interne”. Non esiste cioè “quella preparazione di lunga mano che dà la prontezza di deliberare in qualsiasi momento”, perché chiari sono i presupposti teorici della decisione politica. “L’associazione di cultura dovrebbe [quindi] curare questa preparazione […]. Disinteressatamente, cioè senza aspettare lo stimolo dell’attualità, in essa dovrebbe discutersi tutto ciò che interessa o potrà interessare un giorno il movimento proletario”2.

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** Relazione al convegno “L’intellettuale collettivo”, promosso dal Centro Gramsci di educazione (Roma, Camera dei deputati, 29 settembre 2015).

1 A. Burgio, Il problema dell’arretratezza delle masse e la teoria del partito negli scritti precarcerari, in Gramsci e l’Italia, a cura di R. Giacomini, D. Losurdo, M. Martelli, La Città del Sole 1994, pp. 351-379, p. 357.

2 [A. Gramsci], Per un’associazione di cultura, “Avanti!”, ed. piemontese, 18 dicembre 1917, in A. Gramsci, Scritti politici, a cura di P. Spriano, Editori Riuniti 1978, vol. I, pp. 140-143.

Recensione di Leonardo D’Alessandro

da “Italia contemporanea”, agosto 2015, n. 278

L’autore non è nuovo agli studi sulla biografia di Longo, avendo pubblicato nel 2010 un ponderoso volume sulla sua segreteria dal 1964 al 1969 (Il Pci di Luigi Longo , Napoli, Esi).

Con questo libro egli riprende a trattare la biografia del dirigente comunista dal principio: dalla Torino d’inizio secolo, quando Longo si avvicina al socialismo, sino alla liberazione, ripercorrendo il periodo trascorso nell’organizzazione giovanile del neonato partito comunista, quando egli è costretto a fare i conti con la violenta irruzione del fascismo; quello della clandestinità — con il conseguente riparo nei paesi di emigrazione (un destino comune, peraltro, a tanti altri oppositori del regime) e in primo luogo in Svizzera, in Francia e in Urss — durante il quale viene progressivamente a ricoprire un ruolo centrale nel partito e ai vertici dell’Internazionale comunista; la decisiva esperienza della guerra civile spagnola e il successivo approdo, dopo la prigionia nel campo di internamento francese di Vernet e il confino a Ventotene, alla Resistenza in Italia, che consolida e afferma definitivamente la sua fama di organizzatore e dirigente politico di primo piano.

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Luigi Longo e il Pci nella Resistenza: un ruolo di avanguardia effettivo e concreto

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È facile prevedere che, nel 70° anniversario della Liberazione, non molti sottolineeranno il ruolo dei comunisti e ricorderanno il contributo di una personalità come Luigi Longo, che pure ebbe una funzione determinante nella Resistenza italiana. In quei 20 mesi di lotta, infatti, Longo si trovò contemporaneamente al vertice della Direzione Nord del Pci, delle Brigate Garibaldi – in questi due ruoli affiancato da Pietro Secchia – e del Corpo volontari della libertà, accanto a Ferruccio Parri e al generale Cadorna; una posizione strategica, che facilitò l’interscambio continuo che vi fu fra queste tre realtà: il Partito, le Brigate partigiane che esso promuoveva concependole aperte anche a non comunisti, e il Cvl – e il suo Comando generale – come organismo unitario di coordinamento della lotta partigiana.

A Longo peraltro si deve quello che può essere considerato il “documento fondativo” della Resistenza italiana, quel Promemoria sulla necessità urgente di organizzare la difesa nazionale contro l’occupazione e la minaccia di colpi di mano da parte dei tedeschi che, redatto nella notte del 30 agosto 1943 – prima ancora, quindi, che l’armistizio con gli Alleati fosse concluso, anche se la notizia in tal senso era stata confermata da Giaime Pintor – prevedeva la rottura dell’alleanza con la Germania, l’armistizio, la preparazione della difesa del Paese, la collaborazione a tal fine fra esercito, popolo e Fronte Nazionale, l’“armamento di unità popolari”; e infine la necessità di “liquidare tutte le sopravvivenze fasciste nell’apparato dello Stato”, e di “portare ai posti di maggiore responsabilità uomini di sicura fede democratica”.

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Nel 70° Anniversario della Liberazione d’Italia

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SLC−CGIL ed ENTROTERRA

con l’adesione di
AGITA, ALEPH, ANPI, ARCI, ARCHIVIO BARDI, CITTÀ PER L’UOMO, FUTURA UMANITÀ, LA CITTÀ E LE STELLE, MUSEO STORICO DELLA LIBERAZIONE, NUOVO CORSO, 8 MARZO, PALCO COMUNE, LE RETI DI DEDALUS, RINOCERONTE INCATENATO, S. N. SCRITTORI-SLC, UPTER

PER L’ATTUAZIONE DELL’ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE, PER UNA SVOLTA CULTURALE, PER UNA RIFORMA INTELLETTUALE E MORALE D’ITALIA

Ore 11 – Ponte dell’Industria
Omaggio alle Donne Martiri del 7 Aprile ’44

Ore 17 – Teatro
ConvegnoManifestazione
Presiedono: Alberto Manzini(Segretario Regionale del SLC) e Mario Lunetta(Presidente ET e Pres. emerito Sindacato Scrittori CGIL)
Messaggio di Massimo Cestaro, Segretario Generale SLC− CGIL
Messaggi Istituzionali

Interventi
Avv. Alberto Improda: “Articolo 9: la cultura un dovere repubblicano”
On. Vincenzo Vita: “Attuali politiche della cultura e della comunicazione”
On. Pasqualina Napoletano: “Europa, Italia, Cultura”
Prof. Sergio Marroni (II^ Università di Roma): “La Costituzione e l’italiano”
Simona Sinopoli− Andrea Masala (ARCI): “Fare cultura nella presente situazione”
Prof. Alex Höbel(Univeristà di Napoli):“Intellettuali e Operatori culturali per una rinascita intellettuale e morale del Paese”
(ANPI): “Cultura e Resistenza oggi”
Tiziana Colusso(Sez.Naz. Scrittori SLC): “Una vertenza cultura in Italia e in Europa”

Interventi di scrittori, parlamentari, operatori culturali e della comunicazione
Votazione di un APPELLO

Ore 19 – Teatro
Recital “Parole, Musica, Liberazione: ORA E SEMPRE RESISTENZA”
Gruppo Teatro Essere e Compagnia Teatro Porta Portese con Giuliana Adezio, Gualberto Alvino, Pino Ammendola, Valeria Ceci, Maria Grazia Corruccini, Flavia Di Domenico, Fanfaroma, Giovanni Fontana, Maria Letizia Gorga, Paolo Grassi, Marco Palladini, Angelo Pavani, Danilo Pace, Giulia Perroni, Sauro Rossini, Susy Sergiacomo, Eleonora Tosto, Tonino Tosto.

La direttiva n. 16 del 10 aprile 1945 (Wikiradio, 10/4/2015)

Nell’ambito di una serie di puntate che Wikiradio (la trasmissione curata dalla bravissima Loredana Rotundo, che va in onda su radio 3 dal lunedì al venerdì alle 14) sta dedicando al 70° anniversario della Liberazione, il 10 aprile è stata trasmessa una puntata con Alexander Hobel, dedicata alla Direttiva n. 16 della Direzione Nord del Pci, redatta da Luigi Longo, con la quale il 10 aprile 1945 si davano a tutti i militanti e i partigiani comunisti le ultime indicazioni in vista dell’insurrezione nazionale. Nei prossimi giorni altre puntate saranno dedicate agli scioperi pre-insurrezionali, al ruolo dei Gruppi di Difesa della Donna, alle liberazioni delle principali città del Centro-Nord. Cliccando sull’immagine pubblicata qui sotto è possibile ascoltare la registrazione audio della puntata.

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