Recensione di Leonardo D’Alessandro

da “Italia contemporanea”, agosto 2015, n. 278

L’autore non è nuovo agli studi sulla biografia di Longo, avendo pubblicato nel 2010 un ponderoso volume sulla sua segreteria dal 1964 al 1969 (Il Pci di Luigi Longo , Napoli, Esi).

Con questo libro egli riprende a trattare la biografia del dirigente comunista dal principio: dalla Torino d’inizio secolo, quando Longo si avvicina al socialismo, sino alla liberazione, ripercorrendo il periodo trascorso nell’organizzazione giovanile del neonato partito comunista, quando egli è costretto a fare i conti con la violenta irruzione del fascismo; quello della clandestinità — con il conseguente riparo nei paesi di emigrazione (un destino comune, peraltro, a tanti altri oppositori del regime) e in primo luogo in Svizzera, in Francia e in Urss — durante il quale viene progressivamente a ricoprire un ruolo centrale nel partito e ai vertici dell’Internazionale comunista; la decisiva esperienza della guerra civile spagnola e il successivo approdo, dopo la prigionia nel campo di internamento francese di Vernet e il confino a Ventotene, alla Resistenza in Italia, che consolida e afferma definitivamente la sua fama di organizzatore e dirigente politico di primo piano.

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