di Aldo Tortorella
La biografia di Luigi Longo scritta da Höbel sfata l’immagine riduttiva di un uomo a lungo considerato soprattutto un comandante partigiano, restituendo il ritratto di un capo politico colto e lungimirante, uno dei protagonisti della peculiarità del Pci. Il lungo rapporto di collaborazione con Togliatti.
In una encomiabile ricerca che dura ormai da molti anni Alexander Höbel sta ricostruendo con scrupolo rigoroso di storico e partecipazione umana (senza di cui un autentico biografo è, credo, impensabile) la vita e l’opera, poco o male conosciute dai più, di un protagonista tra i maggiori della storia dell’antifascismo, della Repubblica italiana e del Pci. Ispettore generale delle brigate internazionali accorse a difendere la repubblica spagnola dall’aggressione dei fascisti di Francisco Franco, capo delle brigate Garibaldi e vicecomandante dell’esercito partigiano nella Resistenza italiana, più volte incarcerato e confinato in Italia e in Francia, parlamentare dalla Costituente in poi, vicesegretario e poi segretario del Pci che aveva contribuito a fondare, Longo ha percorso in prima fila tutta la vicenda politica italiana e del movimento operaio e comunista internazionale dagli anni Venti del Novecento fino alla morte nel 1980, a ottanta anni esatti, figlio del secolo e interprete tra i più lucidi del “secolo breve”. Di questa vita e di questa opera Höbel ci ha già dato una anticipazione con un denso volume sul corso politico seguito dal Pci per opera di Longo durante la sua segreteria (1964-1972).